Anni fa era un'offesa. Oggi, con la crisi, molto meno.
Quando poi si parla di hip-hop nostrano diventa il mio miglior consiglio, dato ciò che ho visto negli anni. Di cosa parlo?
Possiamo dividere la questione in 2: da un lato gli illusi, dall'altro degli artisti effettivamente capaci.
-Illusi: qui è presto detto, in quanto trattasi di gente artisticamente molto limitata che nonostante tutto continua a provarci. Per questi il "trovatevi un lavoro" rimane nella sua connotazione sarcastica (e idem per coloro i quali a questi soggetti danno corda). Fortunatamente, però, siamo di fronte ad una minoranza.
-Capaci: qui si apre il vaso di Pandora ed è giusto parlarne adeguatamente, dato che nessuno lo fa.
Seguo l'hip-hop da metà anni '90 ed ora, passata quasi una decade e mezzo in cui radio e giornalismo mi hanno reso un addetto ai lavori oltre che un MC, posso a grandi linee tirare le somme della vita artistico-professionale di diversi. Ad avere nettamente svoltato solo ed esclusivamente grazie alla propria musica sono in 2: J-Ax e DJ Jad. Qualsiasi altro personaggio o gruppo è arrivato (o sta arrivando) ad una resa dei conti col fatto d'aver rischiato intraprendendo una carriera legata al rap, anche per il fatto che l'intero music-biz attuale frutta drammaticamente meno rispetto alle cifre degli anni '90.
Diversi sono stati intelligenti e hanno ricavato da un qualcosa di attiguo la propria fonte d'entrate: c'è chi ha aperto negozi di streetwear, chi s'è inserito nei media, chi ha lanciato uno studio di registrazione, chi ha sul mercato la propria linea di prodotti per il writing e così via; altri sono stati concreti e si sono trovati un cosiddetto "lavoro normale", magari sulla base del proprio pezzo di carta; altri ancora, invece, hanno fatto o stanno facendo una fine misera: parliamo di veri e propri miti degli anni che furono, oggi in giro ad elemosinare qualsiasi cosa sulle ali della disperazione. Trattasi di personaggi le cui fonti d'introito si sono principalmente ridotte ad essere i ragazzini che pagano la collaborazione con le mance della nonna, oppure locali di medio-bassa categoria dove per un pugno di Euro a fine serata c'è spesso anche da litigare. Alcuni individui finiti così, inoltre, m'è tristemente toccato apprendere stiano degenerando in bassezze da raggiro nei confronti di altri artisti, specie dei più giovani.
Il quadro della situazione a me è chiaro, ma noto quanto molti siano vittime di un gioco di riflessi: il più degli ascoltatori ignorano quel che si cela dietro l'artista che vedono sul palco o nei video, si tratti della sua fatica, della sua concretezza o -al contrario- dei retroscena più spiacevoli o squallidi.
Se da un lato è sacrosanto che nella vita ognuno compia almeno un tentativo per realizzare il proprio sogno, dall'altro è cosa saggia crearsi dei paracadute. "Il futuro ha il conto pronto" non è un verso che ho tirato fuori per gioco, e soprattutto quando vedo dei diciotto-ventenni mollare le superiori, scartare l'università o non crearsi un'alternativa professionale in virtù di fantomatici "progetti di gloria", scuoto la testa come la scuoterebbe un fratello maggiore. Uno che certe cose le ha viste da vicino, fortunatamente le ha schivate e ora vuole portare testimonianza di quel che in giro -per questioni di facciata- raramente si dice: i veri vincitori saranno coloro che a 50 anni, con o senza hip-hop, avranno pane in tavola e stabilità per sé e la propria famiglia.
Tutti gli altri avranno perso, compresi quelli che oggi vivono il loro sogno senza darsi misura, oppure il loro momento di gloria senza strategia per quando i riflettori, inevitabilmente, saranno altrove.
"Lil' kids wanna be rappers, I'm tellin 'em not/ go to college lil' young and go get you a job"
(Termanology, "Motion Picture")
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Termanology's quote above perfectly sums up the topic of this blog entry: going to work versus pursuing a career in hip-hop.
In the whole history of Italian hip-hop, we can say that only 2 people achieved massive financial success (the group Articolo 31). Amongst the others, some have forged an income out of something related to their passion or skills (opening recording studios, stepping into the media field, launching their own brand for graffiti products, etc.) whilst some have stopped and embarked on a totally different career. Unfortunately, despite their talent, we also have people who have ended up in a rather desperate state.
Everyone is entitled to strive for a dream, but I also believe one should be prepared to open a parachute in the likelihood their dream were not to happen. In order to do so, however, you can't just snap your fingers and have an alternative delivered to your doorstep: it requires years of dedication to complete your studies and develop the skills required for work. This is something plenty of people refuse to face up to, blindly focusing on a path which offers only a chance in a million for a decent life.
Feel free to join the conversation and share your view on the matter.
Ho sempre fatto un ragionamento semplice e concreto, che mi ha aiutato a vivermi tutta sta questione in modo sereno.
RispondiEliminaHo un lavoro stabile (per quanto un lavoro possa essere stabile in questo periodo) che odio ma che mi permette di pagarmi l'affitto, le spese e i vizi.
Sono un impiegato, senza alcun tipo di merito, mai ammazzato di straordinari, mai leccato il culo, mai avuto particolare slancio o idee brillanti.
Lo sono fino alle 6 di sera, poi come Clark Kent, cambio abito e cambio vita.
Non mi sento una sorta di doppiogiochista per questo anzi, più odio il mio lavoro più riesco a godermi la mia musica.
Per quanto durerebbe lo stimolo a produrre beats o a scrivere strofe se dovessi far fronte a scadenze, contratti, compromessi, sponsor, bonifici e fatture?
Dove troverei l'ispirazione?
Di cosa potrei parlare nei testi?
Se per assurdo riuscissi ad arrivare a fine mese grazie al rap, continuerei ad approcciarlo allo stesso modo o finirei per odiarlo come il mio attuale lavoro mediocre?
Credo che una persona, specialmente in questo periodo storico, sia obbligata a ritagliarsi un suo piccolo spazio felice dove rifugiarsi.
Il mio piccolo spazio felice è la mia musica, e finché riuscirò a mantenerla avulsa dalle logiche di Babilonia continuerò a godermela appieno.
La morale è semplice:
Mantenete ben distinti il sacro e il profano e cercate di prendere due piccioni con una fava.
Lavorate ,il giusto senza esagerare, "fottendo il sistema" da dentro se ci riuscite e usate la stabilità economica per potervi riempire lo spirito nelle ore rimanenti.
Ps. Magari cercando di dormire il meno possibile - I never sleep, cause sleep is the cousin of death.
AtosOne - Blazing Loop Team
C'è troppa "delusione" da chi ha vissuto qlcsa di tangibile negli anni buoni... e fa male davvero vedere Grandi ridursi allo stereotipo tipico dell'artista in declino , quando in realtà nn c'è terreno da coltivare... .... e poi.. grazie a dio che boccheggiando in tanto squallore... quando si resce a prendere aria si tratta di realtà che mettono in evidenza il talento che i suddetti Grandi nn han mai perso e fa scoprire altri piccoli talenti da far crescere e ai quale dare spazio...(vedi iniziativa di Esa... con il Contest CAPITAN FUTURO)...l'argomento è da diramare come si deve... spero che prima o poi la cosa svolti in un nuovo ciclo... con alla base una parola che troppi si son dimenticati: "Rispetto"...
RispondiEliminaQuoto quasi al 100% AtosOne.
RispondiEliminaA tutti i ventenni che vogliono fare musica dico una cosa sola: mantenete sempre un'obbiettivo VERO, pur quanto seriamente facciate la vostra musica questa non vi darà mai da mangiare (vi sfido a dimostrarmi il contrario).
In Italia hanno svoltato giusto in 2 e quasi 20anni fa e soprattutto erano ben altre le cifre su cui si ragionava.
Gli altri che hanno avuto il loro mese di gloria, per mantenere il viva la loro passione hanno ripiegato su attività collaterali (intendo quelli con un pò di cervello), altri semplicemente dopo il loro "momento" sono diventati dei personaggi da comunità (con tutto il rispetto per chi in comunità ci è dovuto andare per davvero), che finiti nel dimenticatoio a oltre 40anni si sono resi conto che sono dei disadattati e che per tirare avanti si ritrovano spillare soldi a ragazzini che ancora oggi li mitizzano (in base a qualche oscura legge dell'underground).
Evito il discorso sugli incapaci (che non se ne rendono conto)che arrivano alla soglia dei 30anni senza aver mai fatto un giorno di lavoro in vita loro poichè troppo dediti alla musica(sicuri??), per questi individui purtroppo il gioco è finito in tutti i sensi, ancor prima di cominciare.
Complimenti per il blog, sono sicuro che manterrà sempre un certo profilo.
Fonti: Me stesso. scusatemi ma in questi anni ho visto e sentito troppe stronzate, non potevo stare in silenzio.
Monster
Grazie per i commenti, ragazzi. Mi fa piacere trovarvi d'accordo Presto in arrivo nuovi post
RispondiEliminaHello mate great blogg post
RispondiEliminaThank yyou for writing this
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