mercoledì 6 febbraio 2013

#STORIEDAHIPHOP n°1: "VIENI A SUONARE"

(#Hiphopstories n.1: 'Come to perform' - English summary below)
Ricevo un invito da parte di una di quelle persone che godono di ampio rispetto e considerazione nell'ambiente hip-hop nostrano. "Ti va di fare un mini-showcase al party per il mio compleanno? Fammelo sapere il prima possibile, così ti aggiungiamo al flyer!".

La serata in questione è nel contesto di una serie di appuntamenti gestiti da un'altra di quelle persone che godono di ampio rispetto e considerazione nell'ambiente hip-hop nostrano.
Sono i primi mesi di qualche anno fa. Trattasi di gente che in qualche modo già conosco, di un compleanno a cui mi fa piacere presenziare e di un evento a cui stanno aderendo molti fra i nomi più caldi della scena underground. Moltissimi, anzi: il flyer ne mostra già una dozzina.
"Oltre al piacere personale, due-tre pezzi in quel contesto", mi dico, "possono ben valere una vasca da 320km in una sera".

Messaggio di conferma: "OK, ci sono. Mettimi pure sul flyer!".
Nessuna menzione ad un rimborso. "Ma dai, cosa faccio, mi metto a chiedere cash ad un compleanno, per di più direttamente a chi si festeggia?". Un misto d'imbarazzo per la situazione e di simpatia per la persona mi spingono a non sollevare il punto.

La sera infrasettimanale X all'ora X mi presento al posto X. Io e altri due amici al seguito, smaltiti i primi 160km possiamo entrare, prenderci una birra ed acclimatarci.
E' già una cert'ora, ma gente nel posto ce n'è pochina. Assieme a tre quarti dei nomi sul flyer, latita pure la persona festeggiata. Io e il mio seguito, dopo un po', cominciamo a guardarci straniti.
Dieci minuti, però, e la faccia protagonista ci passa davanti:
-"Oh, ciao, allora sei qui!"
-"Certo che ci sono, ci mancherebbe. Auguri, tra l'altro!"
-"Grazie mille! Eh, diversi però han chiamato per dire che non riescono ad esserci".

Peccato, l'evento non sarà quel che ci si aspettava. Come mai però 'sta serie di bidoni?
Vabè, lasciamo perdere, dopotutto la priorità è esser qui a festeggiare una precisa persona. Di gente comunque ora ne sta arrivando, l'altra persona che gode di ampio rispetto e considerazione nell'ambiente hip-hop nostrano sta facendo una buona selecta, io e i miei accompagnatori muoviamo la testa a tempo e via così.
"Quando poi mi chiameranno", penso fra me e me, "farò il mio e speriamo che la performance lasci il segno, oltre che il sorriso sul volto della persona che stasera invecchia di un anno".

Passa mezz'ora e sale un gruppo del posto. Trenta minuti di showcase, altro che 3 pezzi.
Finito loro, sale un altro gruppo del posto. Trenta minuti di showcase, altro che 3 pezzi.
Finito anche loro, si ritorna alla selecta.
Capisco di averla presa in culo.

Io e gli amici andiamo a farci un'altra birra, con l'intento di smaltire il mio nervoso prima di riprender l'auto.
Verso gli ultimi sorsi il locale è semideserto, la persona festeggiata è sparita di nuovo e l'altra a godere di ampio rispetto e considerazione nell'ambiente hip-hop nostrano abbandona i piatti per recuperare da bere.
Fra la consolle e il bancone, otto passi. Al quarto s'imbatte in me, con stupore da attore consumato:
-"Oh, ma ciao! Ué, ma perché non me l'hai detto che eri qui?!"
-"Ma scusa, è tutta sera che ti son di fronte mentre metti i dischi..."
-"Eh, ma io, no, cioè, non...Ma vabè, dài, se hai qui un tuo CD per lo meno ti passo un pezzo"
-"Lascia perdere. Stiamo pure andando a casa, che la strada è lunga".

2013, salto nel presente: ancora entrambi godono di ampio rispetto e considerazione nell'ambiente hip-hop nostrano. Una delle due persone predicando "Respect & Real Hip-Hop" fra eventi e social network, l'altra (da quanto mi riportano fonti diversificate e a cui non stento a credere) mettendo in atto veri e propri ricatti ai danni di giovani rapper da competizione.
Chi ha orecchie per intendere, intenda. Gli altri drizzino le antenne.
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Italy is the place where plenty of times you find folks who are very highly regarded in the hip-hop field, but it's a struggle to understand why once it becomes evident that they're the definition of single-minded.
A few years ago I found myself uselessly driving 320km in the space of a night: I was originally asked to perform at an "underground celeb's" birthday party, but a fucked-up schedule meant I had nothing more than a beer off the stage. Something I had positively embraced and decided to do for free turned into one of the most frustrating episodes of my life, especially as no apologies whatsoever came from the organisers (the celeb and the sidekick), who even played the "I hadn't seen you" card.
Fast forward to the present: they're still out there organising stuff and bragging, still revered by the general audience. However, some ongoing rumors are proving they're as shitty as they smell...or even worse, since what we're talking about now are practical scams and blackmailing against young rappers. There's clearly a pile of rubbish behind the "rezpekt" and the "true-school values" they preach in their social networks.

4 commenti:

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